Dealcolati: le prospettive e quello che manca

Quello dei vini dealcolati è un settore ancora marginale nel mercato delle bevande alcoliche, ma che ha allo stesso tempo un potenziale considerevole. Si tratta di un mercato non in concorrenza con quello dei vini “tradizionali”, in quanto si tratta di prodotti con una propria identità e che si rivolgono ad un target di consumatori specifici, rispondendo ad esigenze oggi in progressiva crescita.

Sulle pagine de Il Corriere Vinicolo n. 30 del 25 settembre 2023, riproposti spunti e riflessioni sulla questione emersi durante l’evento I vini dealcolati: le nuove frontiere di un prodotto millenario, organizzato da Unione Italiana Vini nel contesto del 35° Salone internazionale del biologico e del naturale (SANA) di Bologna.

Prospettive di sviluppo interessanti dunque, da cui però l’Italia rimane ad oggi esclusa, non essendoci ancora una normativa di riferimento, come ricordato al SANA da Paolo Castelletti.

Secondo il segretario generale di Unione Italiana Vini. “Nonostante un lavoro importante che ci ha consentito di mantenere l’ambito dei cosiddetti vini dealcolati nell’Ocm Vino, i produttori italiani non possono giocare ad armi pari con gli altri. Perché le cantine del Belpaese che vogliono investire in questa nicchia di mercato, che può non piacere agli amanti del vino, ma che esiste, sono costrette ad andare ad acquistare o a farsi produrre il vino low alcol all’estero, con il valore aggiunto che, dunque, in parte, viene disperso”.

Corriere, CV 30/2023, dealcolati, ocm, Paolo Castelletti, SANA

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