Il sistema scozzese di raccolta dei vuoti delle bevande, Deposit return scheme (DRS), approvato dal governo nella primavera del 2019 per entrare vigore nel 2020, ma poi prorogato all’agosto 2023, è stato recentemente rinviato ancora a marzo 2024, con la proposta di una serie di modifiche.
Il progetto mira al recupero del 90% dei contenitori delle bevande (in vetro, plastica ed alluminio), gravandone il costo al consumo di 20 pence, che verranno poi restituiti all’acquirente alla riconsegna del vuoto.
Ampiamente criticato fin dalla sua approvazione, perché latore secondo diversi osservatori di più svantaggi che vantaggi, è stato oggetto nei giorni scorsi di nuove critiche da parte dei commercianti scozzesi. In particolare, sebbene il nuovo rinvio sia stato accolto con favore, le modifiche recentemente proposte dal Governo al DRS hanno fatto alzare nuove barricate da parte dei commercianti, e in particolare da parte di quelli che offrono servizi di vendita online, perché le nuove regole imporrebbero loro la raccolta dei vuoti nelle case dei clienti. Secondo lo Scottish Retail Consortium (SRC) disporre il ritiro dei vuoti delle bevande vendute online porterà addirittura i rivenditori a prendere in considerazione il ritiro dal mercato scozzese. Ewan MacDonald-Russell, deputy head di SRC, ha in proposito dichiarato “non è economicamente, ambientalmente o legalmente sostenibile per i rivenditori ritirare i vuoti delle bevande dalla case di clienti con veicoli propri. In assenza di una soluzione centralizzata, i rivenditori più grandi dovranno prendere ora decisioni serie sulla possibilità di vendere bevande online in Scozia dopo marzo del prossimo anno. Ironia della sorte, queste proposte renderanno la vita più difficile ai consumatori più vulnerabili che potrebbero così perdere l’opportunità di farsi consegnare le bevande a casa”.
FEB
Dai Mercati, deposit return scheme, DRS, Ewan MacDonald-Russell, Scottish Retail Consortium, scozia, SRC, vuoto a rendere
WORLD WIDE WINE NEWS