
Le importazioni di vino sfuso da parte degli Stati Uniti d’America hanno totalizzato nel 2022 il volume record di 4,88milioni di ettolitri, volume equivalente ad una crescita del 10,2% sull’anno precedente. Questi e i seguenti dati, con i grafici sotto riportati, sono stati diffusi la scorsa settimana da World Bulk Wine Exhibition (WBWE) nella sua consuetanewsletter di mercato. Al primato volume si affianca un primato dell’import di sfuso in termini di valore, cioè 420 dollari, fatturato FOB che tuttavia corrisponde ad una crescita percentuale sull’anno precedente del solo 5,5% a causa di un crollo del prezzo medio d’acquisto oltreconfine: -4,2% fino a $ 0,86 a litro. Lo sfuso è stata nel 2022 l’unica categoria dell’import vinicolo statunitense per la quale il prezzo medio d’acquisto è calato sull’anno precedente.
Con una quota del 43% della fornitura di sfuso, il Canada è stata primo fornitore volume per questa categoria, con spedizioni verso gli Usa pari a 2,105 milioni di ettolitri (+2,2% vs 2021); seguono tra i maggiori fornitori il Cile (990.000 hl; -15%), l’Australia (730.000 hl; +137,2%), la Nuova Zelanda (320.000 hl; +27,6%), il Sudafrica (297.000 hl; +59.1%) e l’Argentina (203.000 hl; +88,8%).
Primo fornitore europeo di sfuso per gli Stati Uniti, al settimo posto della classifica generale, è l’Italia che nel 2022 ha inviato alla volta degli Stati Uniti 108.000 (-5,1% vs 2021), cui seguono Francia (70.000 hl;-50%), Spagna (22.000 hl; -62,3%), Portogallo (10.000 hl; -36,4%)
Per fatturato, la classifica dei fornitori vede al primo posto la Nuova Zelanda seguita da Cile, Australia, Canada, Francia, Sudafrica, Argentina, Italia (20,5 milioni di dollari; -5,9% vs 2021), Spagna, Portogallo.
FEB
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