
“Tutto sommato è andata bene”. In un anno complicatissimo, gravato da costi impazziti, il commercio mondiale di vino ha segnato nel 2022 uno solo lieve battuta d’arresto, chiudendo il conto volume a -4% sull’anno precedente (34,1 milioni di ettolitri) e rimanendo ancora sotto il dato pre-Covid (35,4 milioni di euro di ettolitri, -1% Cagr).
Lo suggerisce il consuntivo 2022 sulle importazioni mondiali dell’Osservatorio del Vino di UIV, pubblicato sulle pagine de Il Corriere Vinicolo n. 9/2023, in un sevizio di Carlo Flamini, coordinatore dell’Osservatorio.
Il sopracitato dato negativo volume è da ricondurre alla scivolata dei vini fermi confezionati (-5% sino a 28,6 milioni di ettolitri; -2% sul 2019 per confronto con il pre pandemia), mentre lo spumante resta in scia positiva, con un bilancio annuale di +2% (5,6 milioni di ettolitri, rispetto ad un 2021 che aveva fatto +24%) e sopra del 6% rispetto al dato pre-Covid.
Sugli scambi mondiali pesa (l’ormai) prolungata involuzione del mercato cinese (-24% vs 2021) a cui ora si affiancano i segni meno registrati per il Regno Unito e la Germania. Restano invece stabili gli Stati Uniti.
Nel consuntivo dati e grafici circa: import mondiale di vino volume e valore; andamento importazioni vini fermi / vini spumanti 2010-2022 per mercato (Usa, Uk, Germania, Cina); focus andamento delle performance dell’Italia 2010-2022 (volume, valore e mercato di destinazione); tabelle importazioni fermi e spumanti da parte di Germania, Uk, Usa, Canada, Cina, Giappone (dati volume, valore e prezzo medio).
Ricordiamo che i report integrali con le tabelle di dettaglio sono sempre disponibili sul sito www.osservatoriodelvino.it/report (per informazioni segreteria.osservatoriodelvino@uiv.it).
Corriere, Carlo Flamini, CV 9/2023, import mondiale, mercato mondiale, osservatorio del vino
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