Nel ProWein Business Report le sfide 2023 secondo l’industria globale del vino

L’ormai tradizionale business report della Hochschule Geisenheim University, che anticipa il ProWein di Düsseldorf (in programma quest’anno per i giorni 19-21 marzo), è stato presentato – lo scorso 31 gennaio durante il ProWein Media Summit – dalla professoressa Simone Loose, professore ordinario di economia aziendale del settore vino e bevande e direttrice dell’Institut für Wein- und Getränkewirtschaft del citato ateneo.

Il ProWein Business Report 2022 (alla sua sesta edizione, disponibile qui) è frutto di un’indagine che ha coinvolto, lo scorso mese di novembre, ben 2500 esperti, a rappresentare l’intera catena valore del settore vitivinicolo globale. Gli intervistati provengono da 47 paesi e sono produttori di vino, esportatori, importatori, commerciati specializzati, operatori del settore della ristorazione e ospitalità.

L’analisi critica effettuata dai ricercatori di Geisenheim sulle risposte raccolte offre il percepito degli operatori circa le sfide incombenti sul settore nell’anno da poco cominciato.

La prima, quella più incidente nel comune pensiero, è quella dell’aumento dei costi, messa sul tavolo dall’’85% degli intervistati. Una preoccupazione questa che incide certo su tutti, ma in particolar modo sui produttori di vino: il 62% degli intervistati appartenenti a questa categoria considera infatti “alto” o “molto alto” l’impatto dell’aumento dei costi energetici sulla loro attività, valutazione espressa – per fare un confronto –  dal solo 43% degli appartenenti alla categoria dei commercianti.

Seconda preoccupazione “in classifica” (66% delle risposte) sta nei problemi che derivano delle interruzioni della catena d’approvvigionamento. Seguono per numero percentuale di risposte le preoccupazioni relative alla crisi economica globale (55%), quelle legate al cambiamento climatico (40%).

Latrici di ulteriori preoccupazioni per gli “addetti ai lavori” sono poi le guerre commerciali internazionali (39%), la bassa redditività dell’industria vinicola (38%), le politiche di contrasto al consumo di bevande alcoliche (32%), l’irrigidimento delle normative ambientali (32%), la diminuzione dei consumi di vino (30%), i rischi legati al cambio e alla volatilità valutaria (27%), il Covid-19 (23%; interessante che questo fattore si trovi oggi così in basso nella classifica, segnalato in particolare dagli appartenenti alla categoria dei rappresentanti del settore alberghiero e della ristorazione), ed infine la domanda da parte dei consumatori di low e no-alcohol wine (16%).

FEB

Dai Mercati, Hochschule Geisenheim University, prowein 2023, ProWein Business Report 2022, Simone Loose

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