Lamberto Frescobaldi, Presidente di Unione Italiana Vini – Confederazione Italiana della Vite e del Vino, e Ingacio Sánchez Recarte – Segretario generale del Comité Européen des Entreprises Vins (Ceev) – hanno tracciato la rotta per rispondere agli attacchi del neo-proibizionismo che si cela dietro al caso Irlanda, paese che ha recentemente dato il via libera all’inserimento in etichetta degli health warning per vino, birra e liquori (cioè alla possibilità di inserire sulle bottiglie avvertenze come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” o “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati”); tutto questo in un “fragoroso silenzio-(assenso) da parte della Commissione europea, nonostante i ripetuti pareri contrari di Italia, Francia e Spagna e altri sei Paesi Ue.
A partire dalla prima pagina de Il Corriere Vinicolo n.3/2023, in un approfondito servizio di Giulio Somma e Fabio Ciarla – le valutazioni politiche e le anticipazioni programmatiche del Presidente di UIV, le strategie del Ceev nelle parole del suo Segretario, che avverte della necessità di un cambio di passo, perché “il caso Irlanda mette oggi a rischio il Mercato unico europeo”. E ancora, l’appello del Segretario generale UIV – Paolo Castelletti – al governo italiano: “chiediamo di costruire una coalizione di Paesi membri che possa affrontare il tema in commissione”, e la levata di scudi del mondo della politica e dell’industria del vino, nelle parole di Antonio Tajani, Paolo De Castro, Herbert Dorfmann e Domenico Zonin.
Nel servizio anche un focus sui punti critici della normativa irlandese e una previsione di come si potrebbe evolvere la questione nei mesi e negli anni a venire, anche in funzione dell’entrata in vigore, l’8 dicembre 2023, della nuova Pac, approvata nel 2021.
FEB
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