Il “vuoto a rendere” della Scozia potrebbe essere un grandissimo fallimento

Approvato dal governo scozzese nella primavera del 2019, il Deposit return scheme (DRS), un piano di riconsegna del vuoto delle bevande, sarebbe dovuto entrare in vigore su tutto il territorio della Scozia già nel 2020, data poi prorogata all’agosto 2023. Il progetto mira al recupero, entro tre anni, dei vuoti del 90% dei contenitori per bevande venduti, che siano questi in vetro, in plastica o allumino e prevede che tutti i contenitori per bevande siano gravati da un costo extra di 20 pence, che verrà poi restituito all’acquirente al momento se riconsegnerà il vuoto.

Già ampiamente criticato al momento della sua approvazione, perché latore secondo alcuni osservatori di più svantaggi che vantaggi, sia in termini di sostenibilità che di praticità e prezzo (ne avevamo parlato qui), il DRS è stato recentemente oggetto di una lettera aperta firmata da più di 500 operatori del settore delle bevande ed indirizzata all’attenzione di Lorna Slater, membro del parlamento e ministro del governo scozzese per le competenze verdi (Minister for green skills).

La lettera aperta è stata pubblicata dal quotidiano The Scotsman (ne ha parlato anche The Drinks Business) e chiede che il governo scozzese fermi e riveda il progetto DRS, che rischia di trasformarsi, se attuato come ora concepito, in un “grandissimo fallimento” (high-profile failure).

FEB

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