UK, associazioni di categoria contro il retromarcia sulla riforma accise

Lo scorso 23 settembre, era stata stata annunciata dall’allora Cancelliere dello Scacchiere britannico, il conservatore Kwasi Kwarteng, una riforma del regime delle accise sulle bevande alcoliche (i dettagli si trovano qui, su Focus Wine di UIV).

Le misure previste prevedevano: l’eliminazione dell’aliquota più alta per gli spumanti; un periodo transitorio di 18 mesi – dal 1° agosto 2023 al 1° febbraio 2025 – nel quale tutti i vini, con un titolo alcolometrico tra l’11,5% e il 14,5%, sarebbero stati tassati al 12,5%, successivamente al quale le accise sarebbero state  calcolate in base al titolo alcolometrico presente in etichetta; uno sgravio fiscale per i prodotti con gradazione inferiore all’8,5%.

L’annuncio del temporaneo congelamento dell’aumento delle imposte aveva trovato un cauto plauso da parte delle associazioni della categoria bevande alcoliche, quali la Wine and Spirit Trade Association (WSTA), la British Beer and Pub Association, e la Scotch Whisky Association. Il congelamento, sebbene transitorio, avrebbe infatti consentito un spinta per il settore. Da parte della WSTA, in particolare, vi era stata comunque, già allora (e si parla di poco più di un mese fa) una forte critica i progetti per il post periodo di transizione ed una rinnovata richiesta di una tassazione più semplice sul vino, a tutela di consumi e consumatori.

La più recente crisi del governo britannico, che porterà presto al numero 10 di Downing Street Rishi Sunak (già in passato ministro delle finanze e artefice di precedenti congelamenti dell’aumento delle imposte sugli alcolici), è stata tuttavia latrice di un deciso retromarcia sul duty freeze per gli alcolici.

Il nuovo ministro delle finanze, Jeremy Hunt, ha infatti già annunciato il 17 ottobre scorso, che il previsto congelamento dell’aumento delle imposte sulle bevande alcoliche non vi sarà.

Dal prossimo febbraio 2023, dunque, la tassazione sugli alcolici crescerà con buona probabilità secondo l’inflazione. Immediata è stata la risposta delle già citate associazioni di categoria che, in un comunicato congiunto, scritto sotto forma di lettera aperta per il nuovo Cancelliere dello Scacchiere (si può trovare qui), hanno denunciato che l’annullamento della misura prevista comporterà un aumento a due cifre delle imposte su vino, birra e spirits. Per i consumatori, già in difficoltà, questo significherà una forte crescita dei prezzi, in un momento in cui già negozi, pub e ristoranti lottano contro l’aumento dei costi.

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