Alla fine del 2012 il governo cinese varò misure di contrasto alla corruzione che prevedevano il divieto di dono ai dipendenti pubblici di vino e bevande alcoliche, vietando al contempo il consumo di alcolici nei banchetti ufficiali. Tali misure “anti-gifting” ebbero subito un forte impatto sul mercato interno a partire da quello dei superalcolici e poi sulle importazioni, stravolgendo il mercato dei vini di lusso. Da allora ci vollero diversi anni perché il mercato dei fine wines in Cina trovasse una nuova normalità fatta non più solo di “doni” per il business ma costruita anche sul gusto dei consumatori, come diversi osservatori di questo mercato cominciarono a suggerire a partire dal 2015.
Ancora un paio di anni fa, era il 2020, il consumo di bevande alcoliche durante l’orario di lavoro per i dipendenti pubblici, in vigore pressoché ovunque in Cina, venne esteso in alcune provincie e città del paese anche al di fuori dell’orario di lavoro (ne avevamo parlato qui).
È invece di qualche giorno fa la notizia – comparsa per la prima volta sulla testata cinese NetEase, e poi ripresa da diverse testate di tutto il mondo – che il governo cinese avrebbe ora intenzione di estendere a tutto il paese il divieto di consumo di bevande alcoliche per i dipendenti pubblici anche nelle ore di riposo (quindi in sostanza sempre), allo scopo di migliorare l’efficienza degli stessi. Sebbene il nuovo “bando” non sia stato ancora confermato in via ufficiale, i soli rumors hanno causato forti preoccupazioni nel mercato azionario cinese, con forti perdite per le azioni di società cinesi produttrici di Baijiu (il tradizionale distillato cinese che prende una grossissima fetta dei consumi di superalcolici) e di birra, ma anche per le azioni di produttori internazionali di bevande alcoliche, quali Pernod Ricard e Diageo.
FEB
Dai Mercati, anti corruzione, anti-gifting, bando alcolici, NetEase
WORLD WIDE WINE NEWS