Importazioni di alcolici in Cina: -60% nel 1° semestre 2022

Non può essere trascurato il deciso calo delle importazioni in Cina di bevande alcoliche, registrato nel primo semestre 2022 dalla China Association for Imports and Exports of Wine and Spirits (CAWS); i numeri che citiamo di seguito sono stati diffusi da Natalie Wang di Vino Joy.

Secondo gli osservatori, è stata con ogni evidenza la rigida politica di contenimento della pandemia del Covid 19 a portare in basso il mercato in ingresso, con i lockdown che hanno inciso sia sui consumi che sulla logistica.

Le importazioni totali sono calate del 60,4% in volume rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, fino a 4,795 milioni di ettolitri, e del 22,4% in valore per un fatturato complessivo dei prodotti in ingresso di 1,97 miliardi di dollari.

Sebbene per il vino si sia aperto uno spiraglio di sereno a partire dal mese di maggio scorso (+12% vs maggio 2022, per un fatturato a maggio di 141,8 milioni di dollari ed un volume di 380.000 ettolitri), il dati complessivi per il primo semestre indicano che tra gennaio e giugno 2022 hanno varcato in ingresso le frontiere della Cina continentale 1,836 milioni di ettolitri di vino (-13,28%), per un valore complessivo di 730,3 milioni di dollari (-10,7% anno su anno). In particolare, le importazioni di vino in bottiglia (che contano per ben il 91% di tutte le importazioni vinicole cinesi) hanno fatto registrare alle dogane un calo del 19,72% in volume (fino a 1,195 milioni di ettolitri) e del 13,1% in valore (fino a 665 milioni di dollari). Di contro sono cresciute le importazioni di vino sfuso (+80%), ma occorre notare ancora che il vino in arrivo in cisterna conta oggi per meno del 10% delle importazioni totali. In ribasso anche le importazioni di sparkling wine, -4,5% fino a 7,8 milioni di dollari, anche per effetto della crescita del prezzo dello champagne che ne ha scoraggiato le forniture.

Dalla “scomparsa” dell’Australia tra i primi fornitori, a causa delle note controversie diplomatiche e commerciali tra i due paesi, la Francia è tornata ad essere il primo fornitore di vino per la Cina, con un fatturato semestrale di 315,3 milioni di dollari e una quota del 43,18% sul totale del vino in ingresso nel Paese. Seguono il Cile (189,1 milioni di dollari), l’Italia (72,8 milioni di dollari), la Spagna (51,12 milioni di dollari), gli Stati Uniti (26,5 milioni di dollari), la Germania (11,8 milioni di dollari), l’Argentina (11,3 milioni di dollari), la Nuova Zelanda (10,6 milioni di dollari), la Georgia (8,8 milioni di dollari) e il Sud Africa (8,7 milioni di dollari).

Registrate in contrazione anche le importazioni di superalcolici, -13,22% vs 1° semestre 2021, per un fatturato complessivo di 856 milioni di dollari. In particolare è diminuita la “sete d’importazione” di Brandy, Rum, Gin e Vodka, mentre reggono e crescono le forniture di Whisky, oggi il secondo superalcolico più comprato all’estero dopo il Brandy: +8,34% tra gennaio e giungo in volume e +17,89% in valore, fino ad un fatturato semestrale di 233 milioni di dollari.

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