I “portainnesti M” hanno brillantemente superato lo stress test dell’estate

Le prime operazioni di vendemmia confermano che “i vigneti impiantati su portainnesti M hanno superato in maniera brillante questa eccezionale estate siccitosa, con risultati quali-quantitativi eccellenti”. Con queste parole – riportate in un servizio pubblicato su il Corriere Vinicolo n. 28/2022 – il professor Attilio Scienza ha commentato i risultato delle analisi su uve già raccolte nei vigneti italiani nel contesto del monitoraggio, condotto dalla Facoltà di Scienze agrarie e alimentari dell’Università degli Studi di Milano e da Winegraft, su oltre cento ettari vitati da nord a sud della penisola. I portainnesti “M”, e in particolare gli “M2” e “M4” mostrano una migliore resistenza a condizioni di stress idrico grazie alla loro maggiore efficienza nell’uso dell’acqua, con la capacità, anche in condizioni critiche come quelle succedutesi nell’estate più siccitosa degli ultimi settant’anni, di sostenere una discreta attività fotosintetica della pianta, che si traduce in sviluppo dell’uva, evitando e limitando le predite produttive e qualitative.

La superficie vitata in Italia con “portainnesti M” è cresciuta del 300% dal 2020, come suggeriscono i dati dei Vivai Cooperativi Reuscedo che si pongono per il 2025 l’obiettivo di arrivare alla produzione di 5 milioni di barbatelle all’anno, così da supportare 1.600 ha/anno di nuovi impianti.

Corriere, attilio scienza, CV 28/2022, Portainnesto M

WORLD WIDE WINE NEWS