
Il Governo di Dublino, lo scorso 21 giugno, ha notificato alla Commissione europea un progetto di regolamento sulla salute pubblica che include l’introduzione di avvertenze sanitarie obbligatorie sull’etichetta della bevande alcoliche: i cosiddetti health warnings. Sul piano comunitario ciò potrebbe forzare la mano, creando un precedente nazionale capace poi di orientare possibili iniziative della Commissione verso strategie allarmistiche ne confronti delle bevande alcoliche. Si tratta – così ha dichiarato il presidente di Unione Italiana Vini Lamberto Frescobaldi – di “una deriva pericolosa”. Su Il Corriere Vinicolo n. 25/2022, Giulio Somma ha raccolto in un servizio questo appello, dando altresì specifiche sul contesto generale di questa fuga in avanti dell’Irlanda.
Esempio di etichetta con health warnings come proposta dal governo irlandese
Oltre alla quantità di grammi d’alcol e al numero di calorie, l’etichetta proposta dal governo di Dublino prevede una serie di avvertenze aggiuntive tutte centrate sui “pericoli” del consumo di alcol in genere (e non quindi dell’abuso) e del consumo in stato di gravidanza, sul del legame diretto tra alcol e patologie tumorali e anche il link ad al sito web governativo www.askaboutalcohol.ie che fornisce informazioni che, così prevede la norma, dovranno anche essere messe a disposizione dei consumatori da parte dei rivenditori negli esercizi commerciali, tramite apposito avviso. Il rischio, ovvero ciò che maggiormente preoccupa, prosegue Frescobaldi, “è soprattutto il fatto che la richiesta irlandese potrebbe indurre, nei prossimi mesi, ad un’iniziativa della Commissione europea sugli health warnings che si estenderebbe a tutto il Continente. In pratica, le avvertenza sanitarie che, con il voto sul Beca, l’istituzione pubblica Ue ha voluto cancellare dal testo, rischiano ora di rientrare dalla finestra”. La proposta dell’Irlanda va quindi contrastata in ogni sede, per difendere un principio fondamentale per il futuro del vino.
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