Sono passati poco più di cinque anni da quando – ne avevamo parlato qui – Weilong Grape Wine Company, importante gruppo cinese che opera nel settore agricolo e in particolare nella produzione e vendita di vino (è il terzo produttore vinicolo del paese), acquistò 1.235 ettari di terreno in Australia, in parte già a vigneto, con un investimento di circa 13,4 milioni di dollari. Allora, e fino a a quando tra 2020 e 2021 le controversie economico diplomatiche tra i governi cinese e australiano non hanno portato ai dazi cinesi antidumping sul vino australiano, l’Australia era stata per diversi anni il primo fornitore di vino per la Cina (grazie anche al trattato di libero scambio CHAFTA, siglato nel 2015), oltre che vigneto di conquista per alcuni investitori e industriali del vino cinesi. Secondo alcune stime (le troviamo su Vino Joy che porta anche la notizia che segue) prima del 2020 e quindi dello scoppio delle controversie, quasi il 10% dei vigneti dell’importantissima regione vinicola australiana Barossa Valley era, ad esempio, nelle mani di imprenditori cinesi.
Oggi invece, a causa dei dazi, l’export vinicolo tra Cina ed Australia si è sostanzialmente annullato e gli investitori di Pechino cominciano a fare marcia indietro. La citata Weilong Grape Wine Company ha annunciato nei giorni scorsi di volere cedere ben 320 ettari dei suoi vigneti australiani per “alleviare lo stress finanziario e gestionale delle sue proprietà in Australia”. Si tratterebbe della cessione, per un valore di circa 143 milioni di AUD, di circa il 76% della superficie vitata australiana di proprietà di Weilong.
FEB
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