Vino in lattina, ritorno al futuro tra vantaggi e rischi

Il “canned wine” si sta rivelando un non più trascirabile trend di consumo in diversi mercati. Al vino in lattina sono dedicate la prima pagina e diversi servizi sul numero 22/2020 de il Corriere Vinicolo. Nell’inchiesta di Giulio Somma e Fabio Ciarla sono analizzate da vicino le esperienze produttive italiane ed anche le procedure tecniche da seguire perconfezionare correttamente il prodotto. Pareri diversi (e a volte contrastanti) quelli offerti al settimanale di UIV: da Luigi Moio (ordinario di enologia all’Universtià di Napoli e presidente dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino) a Sandro Sartor (presidente Ruffinio), dal consulente d’impresa Gian Paolo Gavioli al master of wine Gabriele Gorelli. Latitna promossa per i vini comuni ma non per quelli di territorio dove la bottiglia rimane “insostituibile”; necessità di rispondere (anche da parte dei produttori italinai) ad una richiesta del mercato ma attenzione alla qualità e alle regole; il settore del vino in lattina è ancora “giovane” ma anche quando si arriverà alla maturità difficilmente potrà abbracciare la fascia premium,.

Secondo alcuni la lattina è oggi, per definizione, il nuovo packaging del vino ma in realtà – si legge in un articolo di Francesca Ciancio – questo fenomeo oggi in procinto di esplolere in una nuova stagione positiva è cominciato già una quarantina di anni fa. Facilità di consumo e approccio “leggero” sono le chiavi vincenti di un packaging apprezzato dalla nuove generazioni e capcae di spuntare marginalità importanti: le nuove opportunità all’orizzionte nei racconti di Alberto Giacobazzi (Donelli Vini), Francesca Sgarzi (Cantine Sgarzi Luigi), Alberto Burato (Zia Urban Winery) e Paolo Carpineti (Snaab).

Infine un approfondimento tecnico – a cura di Rossella Contato – tra molteplici vantaggi (sostebibiità dei materiali e del processo di produzione, protezione dalla luce) e rischi non meno importati. Raccolte le voci scientifiche di Sara Limbo e Antonio Tirelli (Università di Milano), Giuseppina Squiteri (Stazione sperimentale per l’Industria delle Conserve alimentari), Davide Tescaro (Enartis) ed Enrico Dogliani (Gai Macchine Imbottigliatrici).

FEB

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