La finanza è in fermento: come cambierà il vino italiano?

Negli ultimi due anni, tra aumenti dei prezzi di energia e materie prime, crisi pandemiche e geopolitiche, il contesto economico è stato completamente rivoluzionato, aprendo di fatto per gli investitori, industriali o finanziari che siano, un ventaglio di opportunità che non possono non essere colte, visto che domani i prezzi di vigneti e aziende, potrebbero lievitare fino a diventare davvero insostenibili. A conferma di ciò il crescente interesse per il comparto vitivinicolo dimostrato da parte dei fondi di investimento, quegli stessi che in passato avevano sostenuto la crescita dei giganti dell’automobile, della moda e del lusso. La finanza sta dunque diventando un asset decisivo nel percorso di cambiamento e consolidamento del sistema imprenditoriale vitivinicolo italiano. M&A, acquisizioni, private equity, family office, club deal: sono tutti in corsa nella sfida alla crescita dimensionale dell’impresa. Delle prospettive e dei possibili scenari di questi cambiamenti in atto ha parlato a Il Corriere Vinicolo Lorenzo Tersi, fondatore e amministratore delegato di LT&Partners e LT Wine&Food Advisory (società attive nel campo delle consulenze, aggregazioni e fusioni nel panorama della vitivinicoltura italiana). Perché il vino italiano è diventato interessante per gli investitori? Come rendere “appetibile” un’azienda? Analisi di alcune recenti operazioni e previsioni su cosa potrebbe succedere nel prossimo futuro. C’è il rischio di “mani straniere” sulle imprese tricolori? L’intervista – a cura di Giulio Somma e Fabio Gibellino si trova su n. 20/2022 del settimanale di Unione Italiana Vini.

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