La quasi totalità dei vigneti da vino della Nuova Zelanda, per la precisione il 96% di tutta la superficie vitata, aderisce al programma di sostenibilità SWNZ (Sustainable Winegrowing New Zealand), creato nel 1995 in seno all’organizzazione di rappresentanza dell’industria del vino neozelandese New Zealand Winegrowers.
I numeri della sostenibilità del comparto vino di Aotearoa (nome del paese lingua Maori) sono stati pubblicati nel nuovo New Zealand Winegrowers Sustainability Report 2022.
Il certificato SWNZ è stato rilasciato a 1840 vigneti e 310 cantine ed il 10% delle cantine della Nuova Zelanda può vantare certificazione biologica (rilasciata nel paese con valenza internazionale da enti quali Biogro e AsureQuality ) o biodinamica (attraverso Demeter New Zealand). Circa il 90% di tutto il vino prodotto oggi in NZ viene dunque lavorato in aziende certificate SWNZ.
Tutte le cantine e i vigneti aderenti al programma SWNZ tengono oggi sotto controllo e misurano le emissioni prodotte dai processi di lavorazione, tanto che sono così tracciate ben l’80% di tutte le emissioni associate alla produzione di vino. Il 58% delle cantine e il 41% delle aziende viticole sta conducendo oggi iniziative tese a diminuire la propria impronta di carbonio, attraverso il ricorso a macchinari più sostenibili, bottiglie di peso contenuto, iniziative di efficienza energetica, installazione di pannelli solari. In una sempre maggiore tensione alla sostenibilità, inoltre già 75 vigneti e 15 cantine del paese hanno aderito a programmi di gestione dell’impronta di carbonio attraverso enti certificatori. Obiettivo dell’industria del vino neozelandese è quello di essere a emissioni zero entro il 2050. Inoltre, secondo quanto tracciato dal report di sostenibilità di New Zealand Winegrowers, il 98% tra cantine e aziende viticole misura e tiene sotto controllo lo sfruttamento idrico attraverso iniziative quali conservazione e riutilizzo delle acque reflue e di processo, il controllo e riparazione delle eventuali perdite nei diversi processi agronomici e produttivi etc. Nel complesso delle azioni tese ad una filiera del vino sostenibile, il 98% delle aziende mette in atto iniziative per il controllo e la gestione dei rifiuti di processo (riutilizzo dei sottoprodotti, produzione di compost, attenzione al packaging sostenibile etc.); nel 99% dei vigneti si agisce una lotta non chimica a parassiti e malattie e nel 81% dei vigneti sono state intraprese nell’ultima stagione attività specifiche per la “soil health”.
FEB
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