Il 2021 è stato un “anno sabbatico” per i frizzanti italiani

Lo scorso anno il giro d’affari mosso dai vini frizzanti italiani all’estero è stato di circa 425 milioni di euro, corrispondenti ad un volume delle esportazioni di 1,9 milioni di ettolitri. Dopo un il grande successo registrato nel 2020, quando la categoria era andata in positiva controtendenza positiva rispetto al resto del vino italiano, nel 2021 ha visto indicatori di regresso soprattutto nel fatturato, con uno schiacciamento dei prezzi per tutte le categorie. Altro trend notevole quello del consolidamento del bipolarismo delle destinazioni: l’Europa dell’est e il Nord America sono in ascesa, mentre il resto delle destinazioni dei frizzanti italiani è rimasto piatto ovvero in tendenziale regressione. Su Il Corriere Vinicolo 15/2022 (Dossier frizzanti), in un servizio di Carlo Flamini (Osservatorio del Vino di UIV), sono pubblicati i dati statistici sul commercio internazionale di questa categoria che pesa per l’8% in tutto l’export vinicolo nazionale volume (i vini fermi hanno una quota del 49%, gli spumanti del 23%, il vino sfuso del 17%, altri prodotti vinicoli il 3%). Il peso dei frizzanti in termini di valore sull’export Italia è invece del 6% (vini fermi 61%, spumanti 26%, sfuso 4%, altro 3%).

Nel numero monografico statistico del settimanale di Unione Italiana Vini, oltre a quelli citati, sono presenti per i vini frizzanti dati e tabelle in merito all’export generale (volume e valore); andamento dei prezzi medi ed evoluzione dell’export (vini fermi, spumanti e frizzanti), differenze di prezzo per categoria di prodotto, e focus sui principali paesi di destinazione.

FEB

Senza categoria, Carlo Flamini, CV 15/2022, frizzanti, lambrusco, osservatorio del vino

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