“Passata” la prima bufera del coronavirus il 2021 è stato un anno straordinario le importazioni di vino negli Stati Uniti: superati i 7 miliardi di dollari, pari ad una crescita del 26% sul 2020 (“anno del Covid”) ma anche del 14% sul 2019. Numeri meno esaltanti per l’export valore, comunque in rialzo: +13% sia vs 2020 che vs 2019. Il recupero è stato dunque soprattutto in valore, garantito dal ritorno delle tipologie più pregiate come lo Champagne e i rossi e rosati francesi. Bene anche il vino italiano, come confermano i dati delle dogane raccolti e analizzati da l’Osservatorio del vino di UIV sul numero 14/2022 de Il Corriere Vinicolo (il servizio è di Carlo Flamini, coordinatore dell’Osservatorio).
In particolare l’Italia ha fatto bene nel segmento degli spumanti, che hanno allargato il loro valore di un terzo vs 2021, fino a 600 milioni di dollari, e del +26% rispetto al pre-Covid. I vini fermi italiani sono cresciuti del 8-9% sul 2020, con una migliore performance per i bianchi, che arrivano al +10% rispetto al solo +6% fatto segnare dai rossi.
L’analisi e le prospettive suggerite sul settimanale di UIV trovano gli spumanti, i rosati e il Sauvignon Blanc quali driver di lungo periodo per l’import a stelle e strisce. Sul primo ci siamo, sul secondo no, e il terzo si sta mangiando tutta la possibile premiumizzazione del Pinot grigio. Paradossalmente quindi, per l’Italia quelli con più prospettive sono i vinirossi, per i quali la situazione competitiva è più aperta e per certi versi favorevole.
Corriere, Carlo Flamini, CV 14/2022, export italia, import USA, osservatorio del vino, Pinot grigio, spumanti
WORLD WIDE WINE NEWS