Consumi vino in USA: la sfida è non perdere i giovani

La crescita della popolarità e dei consumi delle bevande alcoliche RTD, insieme alla fortuna dei superalcolici e all’impatto della pandemia del Covid-19, hanno portato una perdita del 15% sul numero dei consumatori di vino negli Stati Uniti tra il 2018 e il 2021. Come evidenziato da Wine Intelligence è pur vero che oggi il vino ha una quota nei consumi pari a quella degli spirits, ma la traiettoria discendente proseguirà e ciò pone scogli e sfide per produttori, fornitori e operatori del mercato del vino statunitense. In particolare è stato riscontrato che oggi i consumatori che si “allontanano” dal vino per abbracciare altre bevande alcoliche sono soprattutto quelli delle fasce d’età più vicine all’età legale per bere, in altre parole: i giovani. Cause di questo attestato disamore sono da ricercare (oltre che nella già indicata crescita di popolarità dei RTD) nelle chiusure dell’on-premise durante la pandemia (il contesto sociale quindi dove vi era un accesso al vino), nella tendenza alla moderazione e nell’assottigliarsi del numero di prodotti disponibili al consumo, che spinge a ricorrere a marchi conosciuti e di fiducia.

In parallelo alla perdita di consumatori più giovani, continua però il trend della premiumizzazione, dinamica che tuttavia che coinvolge soprattutto i consumatori più anziani e benestanti; si prevede quindi che in futuro pur calando i consumi volume vi sarà ancora un incremento in quelli valore. Ciò suggerisce oltretutto che, ancora una volta, sono oggi i consumatori più anziani a trainare il mercato del vino negli Stati Uniti.

FEB

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