Per poter parlare di Digital Farming occorrono almeno due condizioni essenziali: la presenza di macchine “smart”, capaci di ricevere, inviare e processare dati e la connessione diretta e continua tra tutte le macchine e gli operatori del processo. I vantaggi? Innumerevoli applicazioni pratiche realizzabili, ad esempio nella revisione dei tempi di lavorazione e nella velocità con cui è possibile prendere decisioni, e la conseguente riduzione di costi diretti e indiretti delle attività di filiera. E accanto a questo miglioramento delle performance, una aumentata sostenibilità dei processi produttivi e un risparmio energetico.
Cosa significa dunque oggi parlare anche di vigneto e cantina digital? Sul CV 27/2021 Andrea Donà ripercorre la lunga storia evolutiva dell’agricoltura, cercando di identificare il 4.0 nei suoi tratti distintivi e passando dalla teoria alla pratica attraverso la case history dell’azienda Arnaldo Caprai e la sintesi dei risultati del progetto di ricerca Rovitis 4.0, incentrato sull’implementazione di nuove tecnologie e della robotica in vigneto.
Corriere, Andrea Donà, CV 27/2021, digital farming, smart
WORLD WIDE WINE NEWS