L’allentarsi delle restrizioni imposte dalla pandemia del Covid-19 e la riapertura del settore dell’ospitalità sta mettendo in Canada benzina sul fuoco della premiumization, in italiano premiumizzazione, cioè quella tendenza dei consumatori all’acquisto di prodotti di livello di prezzo superiore (in questo caso parliamo di bevande alcoliche) rispetto a precedenti abitudini.
Secondo sondaggio di CGA Strategy (titolo del report che ne è derivato: Premiumization Spring 2021) oggi in Canada il 35% dei consumatori del settore on-premise dichiara di essere disposto a pagare di più per poter godere di una bevanda di migliore qualità quando beve fuori casa. Tra i più assidui frequentatori di bar e ristoranti, e cioè quelli di età compresa tra i 21 e i 34 anni, la tendenza alla premiumization è cosa che interessa addirittura il 48% dei rispondenti al sondaggio.
Il vino è in assoluto la bevanda alcolica più interessata da questa tendenza: il 51% dei consumatori on-premise intervistati da CGA dichiara infatti che è disposto a spendere di più per bere vino di migliore qualità; a secondo posto viene la birra (41%), mentre circa il 25% dei rispondenti scambierebbe i superalcolici consueti con prodotti di maggiore qualità; si tenga però presente anche che, la percentuale di tendenza alla premiumizzazione sale al 48% dei rispondenti quando si tratta di hard seltzer. CGA suggerisce poi che sono le occasioni particolari, come ad esempio feste o celebrazioni, a favorire la premiumization: lo dichiara il 45% degli intervistati.
FEB
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