La Cina progetta di espandere la sua industria vinicola nazionale, aumentando la qualità ed il consumo di vino locale.
Oggi a Ningxia, la più importante regione vinicola della paese, operano 211 cantine e altre 110 sono in costruzione. Vi si producono circa 130 milioni di bottiglie all’anno per un valore stimato in circa 4 miliardi di dollari. Come riportato da Vino Joy è ora intenzione – del governo locale e di quello centrale della Cina – di quadruplicare le dimensioni della sua industria del vino. Pechino, dunque, mira ad incrementare entro il 2025 la sua produzione volume a 300 milioni di bottiglie annue e quella valore a 100 miliardi di RMB (oltre 15,5 miliardi di dollari). Il progetto di espansione è di lungo periodo, tanto è vero che il governo cinese vorrebbe arrivare, entro il 2035, a triplicare la superficie vitata di Ningxia, dagli attuali 33.000 ha fino a 100.000 ha, portando il valore della produzione di vino fino ad oltre 31 miliardi di dollari (si tratta di quasi otto volte l’attuale valore di produzione).
La popolarità del vino d’impostazione in Cina è stata fortemente promossa alla fine del secolo scorso dalla Francia che per prima ha portato nel Paese della Grande Muraglia i suoi vini di qualità; successivamente sono stati gli australiani a farsi strada in questo mercato (mirando soprattutto alla fascia media e medio alta), grazie anche all’accordo di libero scambio CHAFTA: una situazione ora compromessa dalle liti diplomatiche e dai dazi di ritorsione imposti dal governo cinese sul vino australiano. La scorsa estate la Chinese Alcoholic Drinks Association (CADA) aveva mostrato in un suo report che l’equilibrio tra il consumo di vino locale (prima predominante) e di vino importato stava cambiando, a favore dei vini d’importazione. Questo assunto è stato certamente alla base delle politiche di espansione vinicola ora promosse dal governo.
FEB
Dai Mercati, CADA, CHAFTA, Ningxia, Vino Joy
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